I “giornaloni” incoronano Elly Schlein: è lei l’anti-Giorgia “politically correct” che serve alla sinistra

Sarà pure vero – come scrive sulla Stampa Annalisa Cuzzocrea – che dietro Elly Schlein «non ci sono padrini», cioè i capataz delle vecchie correnti. Ma è altrettanto vero che a sponsorizzarne la corsa verso la segreteria del Pd sono i rigogliosi giornaloni, che non a caso già ne parlano (Il Corriere della Sera) come […] L'articolo I “giornaloni” incoronano Elly Schlein: è lei l’anti-Giorgia “politically correct” che serve alla sinistra sembra essere il primo su Secolo d'Italia.

Sarà pure vero – come scrive sulla Stampa Annalisa Cuzzocrea – che dietro Elly Schlein «non ci sono padrini», cioè i capataz delle vecchie correnti. Ma è altrettanto vero che a sponsorizzarne la corsa verso la segreteria del Pd sono i rigogliosi giornaloni, che non a caso già ne parlano (Il Corriere della Sera) come l’«anti-Giorgia». Donna contro donna. O, meglio, «leadership femminista» contro «leadership al femminile» (la Repubblica). La sinistra è così: ha sempre necessità di un opposto per definire se stessa. In questo senso, è più reattiva che creativa. E così finisce per aver bisogno di un “nemico” anche quando la competizione è tutta interna. Non stupisce perciò se sin dalle prime battute sia scattata la corsa a sottolineare le differenze tra i due modelli, quello “Giorgia” e quello “Elly“.

La Schlein compendia le “virtù” del Pd

Per esempio, laddove la prima non si offende se qualcuno la definisce il premier, l’altra ci tiene a precisare che si candida ad essere la segretaria del Pd. E se la prima predilige l’«io» come indizio della tendenza ad assumersi le proprie responsabilità, la seconda usa il «noi» per tirare a lucido il valore collettivo della sua impresa. Oltre a ciò, la Schlein funziona perché è una sorta di compendio delle “virtù” del Pd: è globalista per definizione essendo nata in Svizzera da madre italiana e da padre ebreo-americano con ascendenze ucraine. In più ama un’altra donna, il che ne fa una testimonial d’eccezione del continuons le combat sul fronte dei diritti civili.

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Infine è movimentista quanto basta per restituire un po’ di aria fresca («un’onda», enfatizza lei) alle scrostate stanze del Pd. Politicamente parlando, infatti, la Schlein viene dagli Indignados e ha legato il proprio nome all’effimera stagione dell’OccupyPd, scattata


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