La PrEP: che cos’è e come protegge dall’Aids
E anche la paura, soprattutto nella comunità Lgbtqi+: «Il timore di contrarre questa malattia vincola tutta la vita di noi omosessuali», racconta Vincenzo, 41 anni, medico milanese che assume la PrEP. «La maggior parte dei gay vive la propria sessualità prima con il senso di colpa, poi con il terrore di infettarsi. Da quando prendo la PrEP, invece, sono molto meno ansioso. Ho riscoperto il piacere del sesso orale e, a volte, mi concedo anche il lusso di un rapporto completo senza preservativo, se so che anche l’altra persona è in terapia». Per saperlo, alcuni si limitano a chiederlo, di volta in volta, al partner; altri si fidano di quanto dichiarato su Grindr, l’app di incontri per omosessuali dove si può specificare se si sta seguendo la profilassi; altri ancora pongono domande a trabocchetto, come Matteo, 43 anni, web specialist di Milano: «Quando viaggio per lavoro a New York o a Londra mi rendo conto che, lì, la PrEP la prendono tutti. Anzi, sei considerato fuori di testa se non lo fai. In Italia, invece, siamo indietro. Tanti la guardano
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