Com’è crescere tra rave, fabbriche abbandonate e muri di casse quando hai solo 14 anni?
Il decreto legge esordio del governo Meloni è ancora l’argomento polarizzante del momento, soprattutto per quanto riguarda il tema rave: se ne dibatte da giorni, sollevando dubbi sulla legittimità costituzionale della norma o plaudendo alla volontà repressiva insita nel provvedimento del ministro Piantedosi, in un discorso pubblico che dà spazio a giuristi, politici, opinionisti dell’ultima ora. Il paradosso è che ne parlano tutti, tranne chi questi eventi li respira e li organizza: qui a Rolling Stone vogliamo percorrere una strada differente, dando il giusto spazio di opinione a chi ne è privo e cogliendo l’occasione per porre in risalto l’aspetto artistico, culturale e aggregativo proprio di questa tipologia di eventi. La scorsa settimana, ad esempio, abbiamo intervistato una crew italiana specializzata in Free Party per parlare delle implicazioni del decreto Piantedosi e sfatare alcuni falsi miti. Oggi, invece, abbiamo il piacere di fare una chiacchierata con Chiara Fossati, fotografa, attivista, parte del collettivo Cesura e, soprattutto, autrice di Whatever, progetto fotografico che raccoglie sette anni di scatti realizzati dai Free Party più ganzi e partecipati d’Europa. «Questa è la storia
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