Da gennaio 38 euro al mese in più per le pensioni più basse. Tutte le cifre
Da gennaio 38 euro al mese in più per le pensioni più basse. Tutte le cifrehuffingtonpost.it
Come promesso ieri in Parlamento dal ministro dell’Economia Giorgetti, è arrivata la firma sul tradizionale decreto ‘perequazione’, cioè il provvedimento che fissa l’adeguamento degli assegni pensionistici al variare dei prezzi, cioè all’inflazione. Da anni la perequazione non raggiungeva percentuali così elevate: +7,3%. Dato in linea con l’inflazione che per l’Istat – nel rapporto di due settimane fa – per il 2022 si dovrebbe attestare, nella sua componente acquisita, intorno all’8 per cento. Cosa succederà nei fatti? Il trattamento minimo passerà da 525,38 a 563,73 euro. cioè 38 euro in più al mese. Quasi 500 euro aggiuntivi l’anno considerando le tredici mensilità. Come fosse una quattordicesima. Un aumento netto perché sugli aggiornamenti perequativi dei redditi più bassi, come quello appena firmato, non è previsto il prelievo dell’Irpef.
Ma la rivalutazione della pensione non sarà, in proporzione, uguale per tutti. Il meccanismo infatti si applica in base alle fasce di reddito. Le quote da tenere d’occhio sono tre. Rivalutazione piena, del 7,3% sull’assegno mensile, per tutti coloro che ricevono un trattamento fino a quattro volte superiore quello minimo. Un aumento del 6,5% è previsto per le pensioni ‘medie’, cioè comprese tra i 2.102 e i 2.627 euro. Infine, per le pensioni più ‘ricche’, dai 2.627 euro in su, cioè superiori a cinque volte la minima, l’assegno sale del 5,4%. In questi ultimi due casi, però, bisogna tener presente anche il prelievo marginale dell’Irpef.
Un meccanismo, quello della perequazione, che dallo scorso anno è diventato più ‘generoso’. A partire dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, l’Inps ha diffuso un vademecum nel quale annuncia il ritorno della perequazione ‘a fasce’, cioè quelle tre individuate sopra. Con rivalutazioni che vanno ad aiutare maggiormente chi è percettore