Fico d’India dell’Etna Dop, quante proprietà!

L’Opuntia ficus indica, in Sicilia ai piedi del vulcano ha trovato il suo habitat naturale idoneo allo sviluppo e alla crescita, rendendo unico il paesaggio al punto di essere diventato un simbolo di questa terra

Lo chiamiamo erroneamente fico d’India, per via di Cristoforo Colombo che credette di avere scoperto le Indie, ma dovremmo nominarlo d’America dato che è originario del Centro America. Nome a parte il fico, l’Opuntia ficus indica, in Sicilia ai piedi del vulcano Etna ha trovato il suo habitat naturale idoneo allo sviluppo e alla crescita, rendendo unico il paesaggio al punto di essere diventato un simbolo di questa terra.

È un concentrato di proprietà benefiche, è dolce, energetico ma al contempo a basso contenuto calorico; è indiscutibilmente una coltura sostenibile, basti pensare che per la produzione di un frutto occorre un quarto d’acqua rispetto alla coltivazione di una mela. 

 

Il Fico d’India dell’Etna Dop Il Fico d’India dell’Etna Dop 

Solitamente siamo abituati a vederlo, con le sue caratteristiche piante, ai bordi delle strade, come divisorio degli appezzamenti di terreno, allo stato puro e selvatico. In realtà esiste una vera e propria coltivazione che vede il suo principio nelle talee dalle quali si ottengono piante uguali alle madri che nel tempo sono state selezionate per avere le migliori varietà di frutto. È importante diversificare e rigenerare vecchi impianti che dopo circa 15 anni vengono sostituiti per dar spazio a nuovi filari di piante giovani. 

Indispensabile per la resa del prodotto finale è il suolo ricco e fertile dei territori che ricadono nell’area della DOP dell’Etna, i Comuni di Adrano, Biancavilla, Belpasso, Paternò, Motta Sant’Anastasia, Santa Maria di Licodia, che per le particolari condizioni pedoclimatiche, danno vita a frutti ricchissimi sia in termini di gusto che di proprietà nutritive.

Le caratteristiche di crescita 

Appartenendo alla famiglia delle piante del deserto il fico qui si è adattato a terreni aridi, e richiede scarse risorse idriche. I moderni impianti di irrigazione infatti riducono gli sprechi, essendo utilizzati solo in periodi particolarmente secchi. Inoltre le piante assorbono importanti quantità di anidride carbonica. 

Per evitare di ricorrere a pesticidi dannosi per la salute e l’ambiente, si ricorre a trappole ad ormoni per le mosche, alla lotta integrata o alle aree in biologiche. La coltivazione viene scandita dai ritmi della natura, ai quali si combinano tecniche tradizionali che migliorano notevolmente la qualità e la bontà dei frutti.


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