Non c’è acqua per le ex terme Inps
I pozzi Gigliola e Uliveto sono a secco, o quasi. Si tratta delle sorgenti da cui dovrebbero attingere l’acqua le ex terme Inps, abbandonate da anni ma per le quali era stato realizzato un progetto di recupero da 32 milioni di euro. Per alimentare l’impianto, infatti, servirebbero ben oltre 6, 7 litri di acqua al secondo. Ma il Gigliola e l’Uliveto messi insieme è già tanto se arrivano alla metà, ossia a 3, 4 litri al secondo. Tra un paio di settimane è in programma un incontro Comune – Regione con l’obiettivo di istituire una commissione che possa individuare eventuali alternative. Come, ad esempio, il ricorso al pozzo delle Zitelle, a cui aveva pensato l’amministrazione Arena fautrice del rilancio delle ex terme Inps. Si punterà, comunque, a cercare di salvare il salvabile – anche se le speranze sono già poche – di quel progetto faraonico messo nero su bianco da Federterme.
Il progetto
Di quell’investimento da 32 milioni di euro, ben 22 sarebbero serviti per la riqualificazione di un impianto abbandonato da decenni ma che sarebbe diventato la wellness spa più grande del centro Italia. Un complesso termale di lusso con 100 stanze (12 suite superior, 31 suite, 42 camere 5 stelle e 15 a 4 stelle). Ben quattordici ristoranti: uno da 250 coperti, un altro – gourmet – con 40 posti e dodici piccoli ristoranti dedicati ai prodotti tipici del territorio. E ancora: una wellness spa da 300 persone e un’area dedicata ai trattamenti da 40. E come se
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