
Dalle tre sinistre a una nuova opposizione. Il commento di De Masi
L’esistenza di tre destre al governo ne costringe almeno una a essere radicale. A sua volta l’esistenza di una destra radicale costringe la sinistra, dopo essersi leccata le ferite, ad avviare una sua ricostruzione dalle fondamenta. Ricostruirsi significa mettere a punto un nuovo modello di società da proporre ai suoi potenziali elettori; scovare, formare e […]
L’esistenza di tre destre al governo ne costringe almeno una a essere radicale. A sua volta l’esistenza di una destra radicale costringe la sinistra, dopo essersi leccata le ferite, ad avviare una sua ricostruzione dalle fondamenta. Ricostruirsi significa mettere a punto un nuovo modello di società da proporre ai suoi potenziali elettori; scovare, formare e organizzare politicamente questi elettori; individuare con precisione gli alleati e gli antagonisti; intraprendere e portare a termine una lunga marcia per tornare al governo del Paese. Ciò implica il ritorno del conflitto sociale e, di conseguenza, la centralità della politica che, da cinquant’anni a questa parte, è stata spiazzata dall’economia.
Questo processo è complicato dal fatto che in Italia, oltre alle tre destre di Meloni, Salvini e Berlusconi, vi sono tre sinistre. Il Pd, che nelle ultime settimane della campagna elettorale ha perso 4 punti percentuali di voti, è stato scelto prevalentemente da pensionati, imprenditori, laureati e benestanti. Dunque è un partito di borghesi che guardano a sinistra. Al contrario di quanto faceva il Pci di Togliatti e quello di Berlinguer, il Pd di Letta ha cercato i suoi voti nei vari Parioli d’Italia e lì è riuscito a trovarli. Non c’è nulla di male in tutto questo. C’è anzi il merito di avere assicurato alla sinistra il voto di un elettorato che, altrimenti, avrebbe votato Calenda o forse Meloni. È dunque inutile che ora il Pd sparga lacrime per avere abbandonato il proletario delle periferie e nutra l’illusione di recuperarlo. Tanto vale consolidare questa sua vocazione borghese e farsene una tranquillizzante ragione e una lodevole missione.
I 5 Stelle, che nelle ultime settimane della campagna elettorale hanno guadagnato 4 punti percentuali di voti, fanno cose di sinistra ma non lo dicono, preferendo definirsi
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