
Lento e sornione, come ha fatto il bradipo a sopravvivere a 64 milioni di anni di selezione naturale?
Creatura lentissima, apparentemente fragile eppure straordinariamente resistente, il bradipo rappresenta una delle più grandi sfide alle regole classiche della selezione naturale. A guardarlo sembra vulnerabile a tutto, incapace di reagire, quasi fuori tempo rispetto al mondo che lo circonda. Eppure è ancora qui, dopo milioni di anni. La domanda è inevitabile: come fa un animale...
Creatura lentissima, apparentemente fragile eppure straordinariamente resistente, il bradipo rappresenta una delle più grandi sfide alle regole classiche della selezione naturale. A guardarlo sembra vulnerabile a tutto, incapace di reagire, quasi fuori tempo rispetto al mondo che lo circonda. Eppure è ancora qui, dopo milioni di anni. La domanda è inevitabile: come fa un animale così a sopravvivere ancora oggi?
Quando si parla di bradipo si tende a immaginare un solo animale, ma la realtà è più complessa. Le specie di bradipo oggi esistenti sono sei, divise in due grandi famiglie: i bradipi a due dita e quelli a tre dita. Tutti condividono uno stile di vita arboricolo, sospeso e capovolto, ma svolgono ruoli diversi all’interno della foresta.
I bradipi a tre dita, tra cui il celebre bradipo nano pigmeo di Panama, sono erbivori rigorosi, più piccoli, con un muso tondeggiante e un’espressione che sembra sorridere costantemente. I bradipi a due dita, invece, hanno una struttura più robusta, una dieta più flessibile e un livello di attività leggermente superiore, anche se parlare di “velocità” resta comunque un eufemismo.
Proprio il
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