
Morire di lavoro nel 2025: la strage silenziosa che l’Italia continua a ignorare
Un operaio precipita dal cestello di una gru, un altro cade da un’impalcatura, due rimangono schiacciati da un macchinario. E poi, chi finisce sotto un muletto, chi perde la vita in un’esplosione, chi per inalazioni. A pochi giorni dall’anniversario della strage di Brandizzo, dove cinque operai che lavoravano sui binari furono uccisi scaraventati da un...
In Italia si continua a morire di lavoro. Nei primi sette mesi del 2025 sono già oltre 400 le denunce di infortunio mortale: numeri che restano fermi da anni, come se ogni vita persa fosse solo una statistica e non una tragedia. Si muore nei cantieri, nelle fabbriche, nei campi, e sempre più spesso anche nel tragitto verso il posto di lavoro. Dietro questi dati ci sono carenze di controlli, precarietà, assenza di cultura della sicurezza. E un Paese che non ha ancora trovato il coraggio di dire basta a una strage quotidiana e silenziosa
10 Settembre 2025
Un operaio precipita dal cestello di una gru, un altro cade da un’impalcatura, due rimangono schiacciati da un macchinario. E poi, chi finisce sotto un muletto, chi perde la vita in un’esplosione, chi per inalazioni.
A pochi giorni dall’anniversario della strage di Brandizzo, dove cinque operai che lavoravano sui binari furono uccisi scaraventati da un treno merci, il bollettino
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