Caso Cecilia Sala: l’Iran “motiva” l’arresto mentre l’Italia e gli Usa lavorano al suo rilascio
Detenuta dal 19 dicembre per presunte violazioni delle leggi islamiche, Cecilia Sala è al centro di negoziati fra Italia, Teheran e Usa
La vicenda della giornalista Cecilia Sala, arrestata in Iran lo scorso 19 dicembre e tuttora detenuta nel carcere di Evin, è arrivata a un punto di svolta. Con le autorità di Teheran che rivendicano un fermo basato sulla “violazione delle leggi della Repubblica islamica” e l’Italia impegnata in fitte trattative diplomatiche, il quadro si è progressivamente allargato fino a comprendere anche gli Stati Uniti. Questi ultimi, infatti, hanno chiesto il “rilascio immediato e incondizionato” di tutti i prigionieri utilizzati dal regime come “leva politica” – così l’ha definita un portavoce del Dipartimento di Stato americano intervistato da Repubblica – includendo esplicitamente la giornalista romana fra i casi su cui intervenire.
A fare da cornice a questa storia c’è anche l’arresto, in Italia, di un cittadino iraniano-svizzero, Mohammad Abedini Najafabadi, bloccato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre scorso su ordine della giustizia americana. Secondo l’ipotesi circolata in ambienti diplomatici, la detenzione di Sala sarebbe
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