Cromo esavalente a Torino 88 volte superiore ai limiti di legge: è iniziata la bonifica parziale all’ex ThyssenKrupp, ma il futuro è incerto per l’area contaminata
La bonifica dell’ex stabilimento siderurgico dove nel 2007 sette operai morirono, in seguito a un incendio, non convince molti. Scopriamo perché
A sedici anni dalla chiusura dell’ex stabilimento siderurgico ThyssenKrupp di Torino, l’eco dell’incidente del 2007, che costò la vita a sette operai, continua a riverberarsi nell’area di corso Regina Margherita. Oggi, la minaccia persiste sotto forma di contaminazione da cromo esavalente, un agente chimico noto per la sua tossicità e pericolosità per la salute umana e ambientale.
La recente ripresa della messa in sicurezza dell’area, avviata a ottobre 2024, ha acceso il dibattito pubblico e preoccupato gli ambientalisti. Il progetto, che si protrarrà per sei anni e costerà circa 4,5 milioni di euro, finanziato dalla Arvedi Ast, prevede cinque fasi principali di intervento. Tuttavia, le voci critiche, come quella di Armando Monticone di Legambiente Aquilone, sottolineano come questa mossa sia più un contenimento che una vera bonifica. “Lì sopra non si potrà mai fare un parco o costruire qualcosa”, ha spiegato Monticone a Corriere Torino, evidenziando che l’area potrebbe rimanere una “zona morta” anche dopo
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