In occasione della Commemorazione dei defunti del 2 novembre, si conosca il Camposanto di Viterbo
Tweet La tomba dell’artista Pietro Vanni
Per gentile concessione dell’amico Vincenzo Ceniti in “Tuscia in pillole”
Viterbo,31,10.24
Il cimitero San Lazzaro di Viterbo in vista del mese dei morti. Ci accoglie una donna in bronzo, angelica e sinuosa, con gli occhi chiusi e la mano destra adagiata sul cuore, che vigila come una Parca su un monumento funebre presso l‘ingresso. Approccio vibrante, nelle prossime visite di novembre, per ricordare le opere d’arte custodite in questo luogo santo che si annuncia con un monito gelido, scolpito nel marmo sopra il cancello d’entrata “Non è qui tutto l’uomo, vive altrove la divina favilla”, dettato come le altre da tale don Felice Frontini, abate.
Dopo l’editto napoleonico di Saint-Cluod del 1804 che abolì la sepoltura nelle chiese, si progettò a Viterbo un unico cimitero al posto dei tanti sparsi fin dal Medioevo a ridosso e all’interno di chiese e monasteri. Pensiamo al piccolo camposanto di Sant’Angelo che venne rimosso nel XIII sec. per far posto al palazzo dei Priori e all’attuale piazze del Plebiscito. Me ce
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