Cultura, poesia dialettale e musica a Ferento grazie all’associazione Archeotuscia

Il tramonto si è tinto di poesia, lo scorso venerdì 23 luglio, a Ferento, grazie a un importante evento culturale promosso da Archeotuscia ODV, nell’ambito della 56esima stagione teatrale di Ferento, nell’area delle antiche Terme di Ferento.

È andato in scena, davanti a un folto pubblico, lo spettacolo “Incontro con le poesie dialettali”, un incontro culturale emozionante e divertente in cui la protagonista, la poesia dialettale, ha interpretato, come una grande attrice, diversi ruoli: la parte comica, più allegra e spensierata, quella che fa più riflettere e la parte che commuove. Le poesie sono state declamate in dialetto viterbese, “biedano”, lubrianese, romanesco e perfino in ciociaro.

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A dare voce a sua eccellenza la Poesia Dialettale: Giuseppe Bellucci, Realino Dominici, Raffaele Donno, Anna Maria Stefanini e, a sorpresa, un grande ospite, il professor Porfirio Grazioli, nato a Trevi nel Lazio, in Ciociaria, direttore della Città dei Ragazzi di Roma, docente di Legislazione Scolastica, Presidente dell’Istituto Internazionale per lo Studio dei problemi della Gioventù Contemporanea e del Centro Romanesco Trilussa, socio dell’Associazione Nazionale dei Poeti e Scrittori Dialettali d’Italia e della International Society Dialectology and Geolinguistics”. È membro dell’Accademia Tiberina fondata da Giuseppe Gioacchino Belli nel 1812 e dell’Accademia Trilussiana in Roma.

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Ad accogliere i poeti Luciano Proietti, presidente dell’associazione Archeotuscia e il bravissimo presentatore Antonio Tammaro.
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La poesia dialettale, che è stata mirabilmente accompagnata dalla musica di Riccardo Massaro, si è espressa con il suo mondo vivo e pulsante, libero da vincoli retorici, con il suo linguaggio realistico intimamente aderente alle situazioni e ai caratteri dei poeti e dei personaggi. Fra le persone ricordate nelle poesie, Alfio Pannega, l’ultimo calzolaio, Pietro Cuzzoli e Ippolito Cortellessa, Ostelvio Celestini, Dante Alighieri e il campione d’Europa e di Pianoscarano Leonardo Bonucci.

Le poesie hanno condotto il pubblico a fare un viaggio nelle tradizioni, nei luoghi e nei modi di dire del Lazio. Si è passati dalla suggestiva Bieda – Blera alla valle dei calanchi fino ai vicoli di Pianoscarano e di Roma.
Sono state declamate anche poesie di Trilussa, di Belli e di Titta Marini.

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Una emozionanteserata in cui musica, cultura, poesia e tradizione si sono fuse in un luogo incantato: Ferento, a suggellare la volontà di tramandare anche alle nuove generazioni l’immenso patrimonio culturale della poesia dialettale.

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